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La pubertà, associata ai profondi cambiamenti nelle pulsioni, nelle motivazioni, nella psicologia e nella vita sociale che accompagnano l’adolescenza, è un momento difficile. Gli effetti dirompenti della Covid-19 che si sono abbattuti sulla vita di milioni di persone rendono fondamentale esplorare le esigenze di salute mentale dei giovani.
Parzialmente sostenuto dal progetto PROSOCIAL (The neural basis of prosocial development in adolescence), finanziato dall’UE, un gruppo di ricerca interdisciplinare ha iniziato a esaminare in che modo il cervello degli adolescenti risente dell’isolamento dovuto al coronavirus.
Istituito per analizzare lo sviluppo del comportamento prosociale nell’adolescenza «con un focus sui cambiamenti di comportamento nell’aiutare, condividere e dare, e con valutazioni comportamentali così come neuroimaging», il progetto si protrarrà fino a settembre 2022.
La prof.ssa Eveline Crone, dell’Università Erasmus di Rotterdam che ospita il progetto PROSOCIAL, spiega: «L’obiettivo della ricerca è di scoprire se questa crisi pandemica abbia un impatto non solo sulla salute mentale degli adolescenti, ma anche se ne influenzi il modo in cui essi contribuiscono alle esigenze degli altri. La ricerca è in corso, ma i primi risultati mostrano che durante l’isolamento i teenager hanno compiuto un o sforzo maggiore di prima per comprendere il punto di vista degli altri (...). Allo stesso tempo, abbiamo notato che le loro opportunità di azioni prosociali, di fatto l’aiutare gli altri, sono diminuite rispetto a prima della pandemia, il che potrebbe indicare gli effetti del distanziamento sociale e dell’isolamento».
Anche se «il virus sembra una guerra che dobbiamo combattere, il livello di fiducia è molto alto. Detto questo, si sono registrati anche alcuni casi isolati, ma preoccupanti, di comportamenti antisociali negli adolescenti», aggiunge la prof.ssa Crone.
Ai fini dello studio, il team di ricerca ha inviato questionari giornalieri a più di 600 adolescenti di Rotterdam, concentrandosi sui loro stati d’animo, le tensioni e gli esempi quotidiani di aiuto agli altri «per esaminare le variazioni degli stati emotivi di questi giovani e per scoprire se hanno avuto qualche opportunità di azioni sociali positive».
La prof.ssa Crone sottolinea il suo desiderio di confrontare i gruppi oggetto della ricerca prima e dopo la crisi del coronavirus «e di testarne gli effetti sullo sviluppo cerebrale dei bambini e degli adolescenti che partecipano ai nostri studi per diversi anni».
Ultimo aggiornamento: 02-05-2024, 13:05