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CYBERBULLISMO
Il termine “Cyberbullismo” fu coniato dall'educatore canadese Bill Belsey nel 2002.
Ad oggi, non esiste una definizione operativa di bullismo elettronico, o ‘online’, universalmente condivisa tra i ricercatori, si fa riferimento all’utilizzo di internet o delle altre tecnologie digitali come i cellulari e i personal computer come mezzo per molestare intenzionalmente altre persone” (Willard 2003).
Il termine “cyberbullismo” è una delle forme che può assumere il bullismo, e la sua evoluzione è legata all’avanzamento delle nuove tecnologie, viene cioè perpetrato attraverso i moderni mezzi di comunicazione.
La disponibilità e l’utilizzo crescente di internet e di telefoni cellulari rappresentano per le nuove generazioni nuovi mezzi per comunicare e mantenersi in contatto. Quella attuale è la prima generazione cresciuta in una società nella quale internet è parte integrante della vita quotidiana: stante questo cambiamento, si è studiato anche come si sono evolute le forme di prevaricazione e di sopraffazione fra i ragazzi. Se poi i bulli e i bulli cibernetici siano le stesse persone, non è ancora del tutto chiaro nella letteratura, ma non sorprende la crescente attenzione dei ricercatori per lo studio del ruolo di internet e delle altre forme di comunicazione elettronica sullo sviluppo di bambini e adolescenti.
Quindi sinteticamente possiamo individuare nel cyberbullismo le seguenti caratteristiche:
Il Cyberbullismo si manifesta in vari modi, Smith e collaboratori (2006) suddividono il fenomeno in sette categorie: