Sabato 20 gennaio, ore 17
Galleria Europa, Piazza Grande – Modena
Discuteranno con l’autore: Fausto Ciuffi, Fondazione Villa Emma e Metella Montanari, Istituto storico di Modena
In collaborazione con Fondazione Villa Emma, Istituto Storico di Modena e Comitato per la storia e le memorie del Novecento del Comune di Modena. (vedi la locandina)
Uscirà nelle librerie il 19 gennaio 2024 il volume promosso dall’Istituto storico di Modena e dalla Fondazione Villa Emma di Nonantola, che racconta la storia degli ebrei a Modena e provincia nel periodo delle persecuzioni razziali.
Il volume si intitola Speriamo in giorni migliori. Gli ebrei stranieri a Modena: vita quotidiana, persecuzione, deportazione, salvataggio, ritorno (1933-1947) ed è pubblicato dalla casa editrice Giuntina di Firenze. È stato realizzato grazie al fondamentale contributo della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura, dell’Otto per mille della Chiesa Valdese, della famiglia Elsa Borghi-Umberto Broggi e di tre associazioni di Mirandola: La Zèrla, Avis e Università della Libera Età Bruno Andreolli.
Autore del volume è Fabio Montella, storico e giornalista, che ha compiuto un approfondito lavoro di ricerca in diversi archivi nazionali, ricostruendo le vicende degli ebrei stranieri che vissero a Modena, per periodi più o meno lunghi, tra il 1933 (anno di inizio delle persecuzioni razziali naziste) e il 1945; ma la ricerca affronta anche le storie degli ebrei italiani, soprattutto quando hanno intersecato quelle degli ebrei stranieri, in occasione dei salvataggi, degli arresti e delle deportazioni.
La pubblicazione è frutto della collaborazione tra l’Istituto storico e la Fondazione Villa Emma-Ragazzi ebrei salvati di Nonantola, con l’obiettivo di indagare storie e memorie del Novecento, con particolare riferimento a questioni ed eventi legati al secondo conflitto mondiale. Con l’avvio della costruzione del Luogo per la memoria “Davanti a Villa Emma”, rivolto alla vicenda del gruppo di ragazze e ragazzi ebrei che nel corso del 1942-43 trovarono accoglienza e rifugio a Nonantola, le due istituzioni hanno sviluppato concordemente programmi di ricerca, attività di formazione e laboratori didattici.